
Un tema affascinante che suggerisce come, anche dopo la morte clinica, molte componenti del nostro corpo continuino a manifestare attività, anche per periodi che possono sembrare sorprendentemente lunghi.
La morte è spesso vista come un attimo netta: il cuore si ferma, il respiro cessa, e la vita finisce. Tuttavia, una varietà di studi scientifici rivela un altro quadro: la morte è un processo graduale, nel corso del quale diverse funzioni biologiche, elettriche e microbiche continuano a operare — da pochi secondi a giorni, settimane, persino mesi.
1. L’ultimo sussulto del cervello: attività elettrica inattesa
- In studi su modelli animali, è stato osservato un picco transitorio di onde cerebrali gamma entro circa 30 secondi dall’arresto cardiaco — connesso a una coerenza funzionale e una comunicazione tra aree del cervello che suggeriscono stadi di coscienza prossimi alla morte.
- In esseri umani comatosi, due pazienti hanno mostrato aumenti di onde gamma dopo la sospensione del supporto ventilatorio. Sebbene non vi sia prova che questi fenomeni rappresentino una coscienza reale, indicano una sorprendente attività neuroelettrica in condizioni di grave ipossia.
- Un’altra paziente, identificata come “Patient One”, ha mostrato un’intensa sincronizzazione di onde gamma per alcuni minuti dopo l’interruzione dell’ossigeno: un’attività elettrica che ha sorpreso gli scienziati tanto da far ipotizzare l’emergere di processi cognitivi finali nell’atto del morire.
- Un’ulteriore ricerca ha registrato attività elettrica cerebrale negli ultimi secondi di vita di un paziente anziano; le onde cerebrali osservate erano simili a quelle del sogno o del richiamo di ricordi, supportando l’ipotesi del “life recall” nelle esperienze vicine alla morte.
- Il dottor Stuart Hameroff, stimato anestesiologo, ha documentato—attraverso EEG—onde gamma sincroniche anche dopo il decesso clinico, durate tra i 30 e i 90 secondi. Alcuni sostengono che ciò possa rappresentare la coscienza che “lascia il corpo”, sebbene vi siano spiegazioni alternative più conservatrici.
In definitiva, questi studi sfidano l’idea che il cervello cessi istantaneamente ogni funzione con la morte. Tuttavia, la connessione tra queste rilevazioni e una coscienza vera non è provata: alcuni ricercatori precisano che queste esperienze potrebbero non riflettere un’esperienza soggettiva cosciente.
2. Il thanatotranscriptoma: i geni che risorgono dopo la morte
- La nozione di thanatotranscriptoma descrive l'attività genica che persiste nei tessuti dopo la morte. Studi su zebrafish e topi hanno mostrato che centinaia di geni vengono riattivati fino a circa 48 ore dopo la morte, incluse funzioni normalmente ingi avviate solo durante lo sviluppo fetale.
- Alcuni di questi geni attivati dopo la morte sono coinvolti nella carcinogenesi, con un picco di attività circa 24 ore post-mortem, e potrebbero influenzare l’esito dei trapianti d’organo.
3. Il microbioma post-mortem: un ecosistema in trasformazione
- Dopo la morte, il microbioma corporeo cambia radicalmente: batteri inizialmente presenti nel tratto intestinale si espandono e colonizzano organi interni come fegato, cuore e cervello nei giorni successivi (3–10 giorni post-mortem).
- I modelli predittivi basati su microbiomi (analisi tramite 16S rRNA) sono ormai utilizzati in ambito forense per stimare con precisione il post-mortem interval.
- La successione microbica dopo la morte è spesso riproducibile e segue tempistiche prevedibili, inclusi cambiamenti in flora batterica della bocca e della pelle. In alcuni casi, le comunità microbiche restano stabili fino a 60 ore dopo il decesso.
4. Composizione: la morte come un mosaico, non uno stacco netto
Organi, tessuti, cellule e processi metabolici muoiono secondo ritmi variabili:
- Cervello: l’attività può perdurare per alcuni secondi o minuti — addirittura con ipotesi di funzioni cognitive residuali nelle prime fasi della morte.
- Cellule viventi: attivazione genica fino a 2 giorni dopo la morte, e attività specifiche fino a 24 ore.
- Microbioma: colonizzazione e decomposizione progressiva che può durare settimane.
- Tessuti e cellule superficiali: processi di disgregazione e degradazione distribuiti nel corso di giorni e settimane.
Riflessione finale
L’idea che emergiamo con la nostra esistenza estinta dopo un anno è una suggestiva iperbole poetica. Tuttavia, la scienza mostra che la morte non è un istante privo di ambiguità: è un processo, una stratificazione di eventi che sfidano la nostra comprensione tradizionale. Elementi quali attività elettrica cerebrale, espressione genica, e comunità microbiche continuano a operare — tracciando quell’alone silenzioso che segue la vita.