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L'ultima esecuzione pubblica con la ghigliottina: Eugène Weidmann e il tramonto di una tradizione sanguinaria

22-09-2025 11:28

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Personaggi / Biografia, Società e Cultura, Curiosità,

L'ultima esecuzione pubblica con la ghigliottina: Eugène Weidmann e il tramonto di una tradizione sanguinaria

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Il 17 giugno 1939, di fronte alla prigione di Saint-Pierre a Versailles, Eugène Weidmann fu giustiziato con la ghigliottina. Quella che poteva sembrare una delle tante esecuzioni capitali dell’epoca divenne invece un evento storico: fu l’ultima volta in cui la Francia praticò una decapitazione pubblica. Quel giorno segnò la fine di una lunga tradizione, nata con la Rivoluzione Francese e destinata a concludersi in modo clamoroso e controverso.

 

Chi era Eugène Weidmann?

 

Eugène Weidmann era un criminale franco-tedesco, nato a Francoforte nel 1908. Durante la sua vita, commise una serie di rapine e omicidi. Tra il 1937 e il 1938 uccise almeno sei persone, tra cui un'attrice americana e un uomo d'affari, nel tentativo di ottenere denaro con cui finanziare la sua esistenza da fuggiasco. La brutalità dei suoi crimini e la freddezza con cui li compì attirarono l’attenzione pubblica e delle autorità. Fu arrestato nel dicembre 1937, dopo una lunga caccia all’uomo, e processato nel marzo del 1939. La condanna a morte fu rapida e senza appello.

 

Il giorno dell’esecuzione

 

L’esecuzione avvenne all’alba, come da tradizione, davanti a una folla di curiosi e giornalisti. La scena si trasformò presto in uno spettacolo macabro: i presenti si affollavano, ridevano, scattavano fotografie. Tra di loro c'erano persino venditori ambulanti che offrivano cibo e bevande, come in una sorta di fiera. Uno dei testimoni oculari fu il futuro regista Georges Franju, che più tardi descrisse l’esperienza come profondamente scioccante e ispiratrice per il suo documentario Le Sang des Bêtes (Il sangue delle bestie).

 

L’uso della ghigliottina, strumento simbolico dell’egalitarismo rivoluzionario, si rivelò quella mattina un atto grottesco e teatrale. L'esecuzione fu ripresa illegalmente da alcuni cineoperatori, e le immagini circolarono clandestinamente, suscitando scalpore e condanne.

 

Le reazioni e la fine delle esecuzioni pubbliche

 

Lo spettacolo degradante di quella mattina indignò l’opinione pubblica e le autorità francesi. Il presidente Albert Lebrun e il governo in carica, colpiti dalla barbarie dell’evento e dal comportamento della folla, decisero di porre fine alla pratica delle esecuzioni pubbliche.

 

Pochi giorni dopo, il 24 giugno 1939, un decreto presidenziale stabilì che tutte le future esecuzioni capitali dovessero avvenire all’interno delle prigioni, lontano dagli occhi del pubblico.

 

La ghigliottina dopo Weidmann

 

Sebbene non più pubbliche, le esecuzioni con la ghigliottina continuarono in Francia fino al 1977. L’ultima persona a essere giustiziata con questo metodo fu Hamida Djandoubi, condannato per omicidio. Solo nel 1981, con l’abolizione ufficiale della pena di morte sotto la presidenza di François Mitterrand e il ministro della giustizia Robert Badinter, si mise definitivamente fine alla ghigliottina come strumento di giustizia.

 

L’esecuzione pubblica di Eugène Weidmann rappresenta una cesura nella storia della giustizia francese. Non solo pose fine a uno spettacolo di sangue che per secoli aveva affascinato e inorridito le folle, ma accese anche una riflessione profonda sul senso della pena capitale in una società che si professava moderna e civile. Quel giorno del 1939 non fu solo la fine di un uomo, ma anche la fine di un’epoca.